STAINLESS STEEL TANKS and advanced equipment

Yearly: 2021

#BGSOSTENIBILMENTE, Agroalimentare Italiano

Caseificio Frizza: Arte Casearia dal 1951.

Quasi 70 anni di storia densi di storie. Storie di uomini e di donne, storie di animali e di luoghi.

Una Tradizione Che Affonda Le Radici In Un Glorioso Passato.

La storia del Caseificio FRIZZA di Pegognaga (MN) è corposa, come il suo latte, sano e genuino. Quasi 70 anni di storia densi di storie. Storie di uomini e di donne, storie di animali e di luoghi. Storie di una terra unica e dalla tradizione del Parmigiani Reggiano, eccellenza tra le eccellenze.

Questa Antica e nobile Corte è situata nel cuore della Pianura Padana, la valle del fiume Po, molti popoli l’hanno attraversata, vi si coltivano e lavorano innumerevoli prodotti e l’eccellenza dell’arte casearia deve le sue origini a questa terra, grazie all’unicità del suolo del clima soleggiato e poco ventoso, e di un unico grande ecosistema.

“La Corte Frizza”, sede del Consorzio Agrario, deve il proprio nome a Fritz di Brandeburgo, notabile prussiano giunto in Italia prima della metà del XV secolo, forse al seguito di Barbara di Hohenzollern, sposa di Lodovico II Gonzaga. In un clima particolarmente favorevole al popolo tedesco, i Gonzaga concessero amicizia e favori a Frizzo, come il nome del prussiano veniva italianizzato: un documento del 1433 gli concede il godimento dei terreni della Corte limitatamente a lui e agli eredi maschi.

Estinta la discendenza del nobile tedesco la Frizza, come ormai era conosciuta da tutti, passò di mano in mano per quattro secoli, fino a diventare Società Agricola nell’aprile del 1951, per volontà di 12 soci fondatori. Nei decenni successivi il caseificio si allargò e si dotò di nuove strutture produttive. Nel 1982 la cooperativa acquistò la Corte dai signori Angeli, che erano tra i soci, e nei due anni successivi riedificò latteria e porcilaie, poi cedute nel 1993 per concentrarsi solo sulla lavorazione del latte.

Negli ultimi 25 anni sono cresciuti senza sosta, arrivando nel 2018 a raccogliere e a trasformare in Parmigiano Reggiano 165mila quintali di latte conferiti da 20 soci. Oggi la residenza settecentesca di Corte Frizza, restaurata dopo il sisma del 2012, ospita gli uffici e la sala assembleare della cooperativa agricola. 20 soci conferenti nutro e curono il loro latte, che Andrea con il suo staff sapientemente lavora.

 Un po di numeri……..165 mila quintali di latte , 56 caldaie di cottura … Servono proprio tutte per trasformare il nostro latte nelle 30mila forme che produciamo ogni anno.

Vedere con i propri occhi e vivere la storia … Vi invitiamo!

  • Il Parmigiano Reggiano è una delle grandi eccellenze gastronomiche italiane conosciute in tutto il mondo. Tutelato da oltre 80 anni da uno dei primi consorzi agroalimentari europei, viene fatto tal quale da nove secoli.
  • La Frizza spalanca le porte del caseificio ad appassionati di questo formaggio, a semplici curiosi, a famiglie, a scolaresche e a comitive di turisti. Perché fare il Parmigiano Reggiano è il nostro lavoro, ma anche la nostra passione. Per questo, oltre che farlo, ci piace molto anche raccontarlo.
  • Se hai in mente un tour alla scoperta dei sorprendenti tesori enogastronomici e culturali delle province di Mantova, Modena e Reggio Emilia, prenota una visita guidata compilando il modulo che trovi qui sotto. Potrai seguire passo passo tutte le fasi della produzione, dall’arrivo del latte alla stagionatura delle forme. Che aspetti? Siamo a pochi minuti dal casello di Pegognaga.
  • https://www.caseificiofrizza.it/visite-guidate/

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

#BGSOSTENIBILMENTE, Tecnologia a confronto

Smart agriculture o agricoltura di precisione? Il prossimo futuro guardando al 2025.

Una rivoluzione tecnologica nell'agricoltura guidata dai progressi della robotica e delle tecnologie di rilevamento sembra destinata a modificare radicalmente la pratica moderna.

Agricoltura 4.0 la rivoluzione dello smart farming.

Nel corso dei secoli, man mano che gli agricoltori hanno adottato più tecnologia per ottenere rendimenti maggiori, la convinzione che “più grande è meglio” è arrivata a dominare l’agricoltura, rendendo impraticabili le operazioni su piccola scala. Ma i progressi nella robotica e nelle tecnologie di rilevamento minacciano di sconvolgere l’attuale modello di agribusiness. “C’è il potenziale per i robot intelligenti di cambiare il modello economico dell’agricoltura in modo che diventi fattibile “essere di nuovo un piccolo produttore”, e questo porterebbe l’ideale di agricoltura veramente alle origini!
La robotica del ventunesimo secolo e le tecnologie di rilevamento hanno il potenziale per risolvere problemi antichi quanto l’agricoltura stessa. “Passando a un sistema agricolo robotico, possiamo rendere la produzione agricola significativamente più efficiente e più sostenibile“. Nelle serre dedicate alla produzione di frutta e verdura, gli ingegneri stanno esplorando l’automazione come un modo per ridurre i costi e aumentare la qualità. Attualmente sono in fase di sperimentazione dispositivi per monitorare la crescita degli ortaggi, nonché raccoglitori robotizzati. Per gli allevatori di bestiame, le tecnologie di rilevamento possono aiutare a gestire la salute e il benessere dei loro animali. E sono in corso lavori per migliorare il monitoraggio e il mantenimento della qualità del suolo e per eliminare i parassiti e le malattie senza ricorrere all’uso indiscriminato di prodotti agrico-chimici.
Sebbene alcune di queste tecnologie siano già disponibili, la maggior parte è in fase di ricerca in laboratori e società spin-off. Un ampia categoria di ricercatori stanno credendo sul nostro territorio e fanno parte di un crescente corpo di scienziati con piani per rivoluzionare la pratica agricola. Se avranno successo, cambieranno per sempre il modo in cui produciamo il cibo.

“Possiamo usare la tecnologia per raddoppiare la produzione alimentare”.

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

Grazie alle tecnologie dello smart farming l’uomo è sollevato da pesanti lavori di routine e può operare in maniera più efficiente, sfruttare al meglio le risorse disponibili e ottimizzare la qualità dei processi di produzione e dei propri prodotti. In tale processo i fattori culturali sociali e ideologici sono tuttavia sempre più un ostacolo allo sviluppo necessario. Gli agricoltori hanno la sensazione di non essere considerati dalle nuove tecnologie oppure sono sopraffatti dalla loro utilizzo, il salto generazionale spesso è ampio e crea problematiche nella fase di transizione del cambiamento.

Opportunità e sfide della digitalizzazione … perché ci dobbiamo preparare e abbracciare il cambiamento.

Per ottimizzare i sistemi di produzione e assicurare la qualità, vi sono a disposizione sempre più processi controllati da sensori e automatizzati. Oltre alle basi decisionali per un impiego efficiente di persone e macchinari, le tecnologie dello smart farming e la loro interconnessione offrono nuove potenzialità concernenti:

redditività (riduzione dei costi e aumento dell’efficienza energetica)

aumento della qualità (p.es. minore impiego di antibiotici, antiparassitari…)

riduzione al minimo delle emissioni (p.es. protezione delle acque)

protezione delle risorse (p.es. risparmio di acqua)

miglioramento del benessere e della salute degli animali 

Nel quadro di lavori di ricerca occorre appurare a quali condizioni queste nuove tecnologie apportano un valore aggiunto nella filiera agroalimentare Italiano.

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L’Azienda Agricola Trevisi, case history di successo…

Sostenibilità ambientale e automazione tecnologica, l’Azienda Agricola Trevisi, fa scuola…

L’Azienda Agricola Trevisi situata in una delle aree più produttive della Pianura Padana, a Novi di Modena con il suo allevamento di Frisona Italiana vanta 220 bovine da latte, 140ha. di superficie per la coltivazione dei foraggi, un impianto di biogas da 250 kW e un impianto a pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva di 670 kW. Energie rinnovabili per una produzione a impatto zero sul fronte energetico e un magazzino virtuale per foraggi e materie prime destinate all’allevamento.

I bovini che vengono allevati sotto “i pannelli solari”, vengono cresciuti nel totale rispetto del benessere animale  ( ascoltare musica da camera e godere di un microclima costante durante tutto l ‘anno, fa di questo bestiame un’ isola privilegiata ) questo permette di riscoprire e mantenere i valori tradizionali ed autentici, evitando gli sprechi e seguendo i ritmi della natura.

Durante la loro permanenza in stalla i bovini possono usufruire di aree specifiche dotate di attrezzature moderne che riparano dagli agenti atmosferici, in situazione pulita e agevole, protetta da rischi di malattie. Nella zona di alimentazione e nelle corsie di movimentazione sono presenti pavimenti pieni. Tutti i capi vengono nutriti con un impianto di alimentazione automatico a basso consumo elettrico, silenzioso e a zero emissioni. La sala mungitura è stata realizzata in un locale adiacente alla stalla e progettata tenendo in considerazione le prescrizioni e le pratiche per una corretta prassi igienica. Strutturata secondo standard moderni, con un controllo elettromeccanico computerizzato e centralizzato, presenta un sistema di stacco automatico che aiuta l’operatore, salvaguardando l’animale da stress da mungitura. Una zootecnia automatizzata dalla stalla alla mungitura alla distribuzione del foraggio.

Un filo conduttore che guida questa azienda verso un modello di gestione da prendere come esempio. Ogni fase dell’allevamento viene gestita combinando sapientemente tecnologia e sostenibilità che viaggiano in parallelo. I 27 mila quintali di latte  prodotti ogni anno vengono conferiti al Caseificio LA CAPPELLETTA, trasportati in modo autonomo attraverso l’uso delle nostre cisterne installate su carro agricolo. Anche qui gli standard di stoccaggio vogliono seguire i principi presenti in tutto il fare aziendale , sicurezza, igiene, qualità … siamo grati per questo all’azienda Agricola Trevisi di aver affidato tale compito alla nostra esperienza in materia e all’uso delle nostre cisterne.

La storia dell’azienda agricola Trevisi ha il sapore della tradizione  sapientemente mescolata con innovazione,  ecologia e tecnologia. Spingersi oltre è quanto ci si prefigge ogni giorno all interno dell head quarter della società, stimolata dagli eventi attuali a trovare ed affrontare le sfide del futuro. Nei prossimi decenni il settore agricolo dovrà affrontare grandi sfide per mantenere il passo con la rapida crescita demografica e fornire alimenti sempre più qualitativi e “sostenibili”. A tale scopo l’obbiettivo di dimezzare il carbon footprint, ovvero le emissioni di anidride carbonica rappresenta la priorità in un contesto di coscienza e consapevolezza.

La comunità agricola è caratterizzata da imprenditori come l’azienda Agricola Trevisi che sono pienamente consapevoli di lasciare la propria attività alle generazioni future. Lo stesso vale per Bg Cisterne. Continuiamo a sviluppare le nostre conoscenze e i nostri prodotti per il futuro, affinché voi possiate affrontare con successo nuove sfide.

La crescita tecnologica e la sostenibilità sono un passi che si possono compiere … insieme.

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

Agroalimentare Italiano

Un omaggio al re della tavola… della nostra terra.

Quante volte assaggiando il Parmigiano Reggiano vi siete chiesti come è stato possibile ottenere un prodotto dal sapore e dal profumo così straordinario? Scoprite la storia e la preparazione del Parmigiano Reggiano immersi nella tradizione dei prodotti del territorio in provincia di Parma.

Reggio Emilia, 25 febbraio 2021 – Il 2020 è stato un anno record per la produzione della DOP Parmigiano Reggiano che cresce complessivamente dell’4,9% rispetto all’anno precedente. I 3,94 milioni di forme (circa 160 mila tonnellate) prodotte nel 2020 rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,35 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato. Negli ultimi quattro anni, la produzione è infatti aumentata da 3,47 milioni di forme a 3,94 milioni di forme, registrando una crescita pari al 13,5%.

Il Parmigiano Reggiano ha vissuto un 2020 positivo anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel primo semestre, il prezzo del 12 mesi (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore, fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma) era 7,55 euro al chilo, alla fine dell’anno ha superato i 10 euro al chilo. La quotazione media annua (8,56 euro al chilo) è stata inferiore a quella del 2019, ma con un sostanziale incremento nella seconda parte dell’anno che ha permesso di recuperare marginalità.

Il mercato del Parmigiano Reggiano è un mercato che sta diventando sempre più internazionale.

“IN DIRETTA DAL CASEIFICIO”, ANCHE IN TEMPO DI COVID

PARMIGIANO REGGIANO: SETTE APPUNTAMENTI SOCIAL PER ASSISTERE ALLA NASCITA DELLA FORMA

A partire dal 26 febbraio, sette dirette Facebook della durata di 20 minuti ciascuna consentiranno agli appassionati di scoprire come nasce il Parmigiano Reggiano ma anche di interagire con il casaro, fare domande e immergersi nell’antichissima tecnica di produzione. In tutti questi mesi di pandemia il Parmigiano Reggiano non si è mai fermato. Il rigido disciplinare di produzione della DOP impone ai casari di trasformare il latte in formaggio ogni giorno e così, gli oltre cinquantamila lavoratori della filiera hanno continuato a rifornirne gli italiani anche in tempi di Covid. C’è però un’attività che è stato indispensabile sospendere per legge: le visite in caseificio. Pochi sanno che, ogni anno, oltre 168 mila visitatori prenotano una visita in caseificio, anche tramite la pagina web Visita e Degusta, per assistere alla nascita di una forma di Parmigiano Reggiano.

L’Italia – che rappresenta il 56% del mercato – ha registrato un incremento dei volumi di vendita pari al 7,9%. La GDA è sempre il primo canale distributivo (61%), seguito da normal trade (13%), vendite dirette (12%), e industria (4%). Il canale horeca rappresenta invece solo un 2% – presenta pertanto ampi margini di miglioramento – e ha subito un drastico calo dovuto alla chiusura dei ristoranti nel periodo della pandemia. Il restante 7% è distribuito negli altri canali di vendita.

La quota export è pari al 44% (+10,7% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (20% dell’export totale), seguito da Francia (19%), Germania (18%), Regno Unito (13%) e Canada (5%).

Nei mercati più importanti, le performance migliori sono state registrate nel Regno Unito (+21,8%), in Germania (+14,8%) e in Francia (+4,2%). Crescono anche gli Stati Uniti (+1,9%) e il Canada (+36,8%), così come i nuovi mercati: Australia (+85,4%), Area del Golfo (+62,3%) e Cina (+8%).

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il Parmigiano Reggiano ha chiuso il 2020 con un risultato positivo che premia la reputazione, la qualità del prodotto DOP di maggior valore nel mondo. La scelta dei consumatori in tutti i mercati, costretti a rinunciare ai pasti fuori casa per molti mesi, ha indicato la loro preferenza in maniera netta. Ci prepariamo ad affrontare un 2021 difficile: la marca Parmigiano Reggiano può diventare un vero brand globale e stiamo lavorando in questa prospettiva” commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

citazione

Il Consorzio, per permettere agli amici del Parmigiano Reggiano di scoprire come nasce questo straordinario formaggio, lancia il format “In Diretta dal Caseificio”. Sette dirette Facebook, a partire da venerdì 26 febbraio, per assistere dal vivo a tutti i passaggi che caratterizzano la produzione: dall’arrivo del latte alla cottura della cagliata, dalla salagione fino alla stagionatura per terminare in negozio, con l’apertura della forma.

Le dirette, della durata di circa 20 minuti, consentiranno agli appassionati di scoprire come nasce il Parmigiano Reggiano ma anche di interagire con il casaro e gli esperti del Consorzio, fare domande e immergersi nell’antichissima tecnica di produzione, rimasta pressoché invariata da mille anni. Un’opportunità unica per scoprire i segreti del formaggio italiano più imitato al mondo.

Le dirette si terranno tra il mese di febbraio e quello di maggio. Gli appuntamenti saranno annunciati di volta in volta tramite i canali social del Consorzio e sarà possibile ricevere una notifica per non mancare gli eventi. Ogni episodio sarà poi pubblicato e rimarrà a disposizione di tutti sui social poco dopo la chiusura del collegamento.

Ecco in anteprima i titoli dei sette appuntamenti:

  • L’inizio del viaggio e l’arrivo del latte
  • La trasformazione ha inizio: dal latte alla cagliata
  • L’importanza dei gesti: la spinatura e la cottura
  • La nascita delle gemelle: la levata e la formatura
  • L’amore per i dettagli: i marchi di riconoscimento e la salatura
  • Il momento della verità: stagionatura, battitura e marchiatura
  • La magia che si schiude: l’apertura di una forma
Agroalimentare Italiano

Tra le eccellenze italiane il Puzzone di Moena, “profumato” formaggio Trentino dall’intenso sapore …

Come si può intuire dal nome questo formaggio si caratterizza per la spiccata personalità aromatica: per qualcuno “puzza” ma per i buon gustai profuma di erba alpina e frutta matura. Il Puzzone di Moena si produce in Trentino basandosi su tecniche di lavorazione tradizionali.Ve lo presentiamo invitandovi a visitare il bellissimo angolo di Dolomiti in cui si produce.

Il Trentino è una terra di antica tradizione agricola, dove l’allevamento bovino viene praticato da secoli, sia nelle valli che in malghe in quota. Da sempre il latte ha costituito per le genti di questi luoghi un bene prezioso, utilizzato allo stato fresco ma soprattutto per produrre formaggi. Tra questi c’è il Puzzone di Moena, per il quale si è raggiunta la procedura per il riconoscimento più ambito da un prodotto agroalimentare: la Dop (Denominazione di origine protetta).

Il Puzzone di Moena ha origine dal Nostrano Fassano, un formaggio che in passato veniva prodotto soprattutto nelle malghe della Val di Fassa e della Val di Fiemme, caratterizzato da crosta untuosa e pasta con odore profumo accentuati. Si è però dovuto aspettare l’inizio degli anni 60 affinché da quel formaggio si arrivasse alla produzione dell’attuale Puzzone di Moena, conosciuto in lingua ladina come Spetz Tzaorì , “formaggio saporito”.Oggi tutto il ciclo di produzione del Puzzone avviene nel Caseificio sociale di Predazzo e Moena.

Il Puzzone di Moena è un formaggio emblema di una terra, il Trentino, la sempre dedita all’allevamento bovino e alla lavorazione del latte. Sopra una forma di Puzzone stagionato. A lato la caratteristica crosta color giallo ocra e l’occhiatura rara e irregolare della pasta.

Bovine di razza Rendena al pascolo

Si produce in Trentino con latte crudo di vacca

Puzzone di Moena formaggio emblema di una terra unica: il Trentino

Il latte per il Puzzone di Moena deve provenire esclusivamente da bovine di razza Bruna, Frisona, Pezzata Rossa, Grigio Alpina, Rendena, Pinzgau e loro incrocio, alimentate con fieno di prato stabile o al pascolo. Questo formaggio si produce a partire dal latte crudo: dopo averlo portato alla temperatura di 34 °C per 15-20 minuti, si aggiunge il caglio bovino che, in capo a 25-40 minuti, ne provoca la coagulazione. La cagliata viene poi rotta per circa 5 minuti utilizzando lo spino o la lira ( strumento appuntito in acciaio provvisto di manico), fino a ottenere granuli della grandezza di un chicco di riso o di mais. La cagliata viene poi depositata sul fondo della caldaia è compressa, girata sottosopra, privata del siero, tagliata in piccole porzioni, quindi estratta. Le porzioni di cagliata vengono prima avvolte in teli di lino e poi messe in singole fasce tra parentesi (stampi) di legno, Poste sotto pressa e rigirata e più volte. Dopo 5-6 ore le forme passano dalle fascere in legno a quelle in plastica, momentaneamente messe sotto presse girata alcune volte. Sostano così fino al giorno successivo, quando si pongono in salamoia per 3 giorni. Dopodiché le forme si portano nel magazzino di maturazione, posizionando su assi di legno di abete della Val di Fiemme.

Durante le prime 2-3 settimane nel magazzino di maturazione le forme vengono rivoltate e bagnato un paio di volte la settimana con acqua tiepida che può anche essere leggermente salata. Successivamente il trattamento viene fatto una volta la settimana, sempre previo rivoltamento delle forme, fino alla maturazione. Questa pratica porta la comparsa di una patina untuosa color giallo-ocra sulla crosta del formaggio. La stagionatura (che varia dai 3 agli 8 mesi) viene fatta in appositi locali a una temperatura di circa 10 °C e umidità del 98%.

EVENTI AND FUTURE

Delizie della Natura: Shop online di prodotti gourmet

La vendita di prodotti tipici online è la nuova frontiera del reparto enogastronomico regionale, ed eccellenze territoriali tipiche e gustose rappresentano una concreta realtà nello sfruttamento dei nuovi strumenti di comunicazione digitale per portare ovunque le prelibatezze della cucina Calabrese. Per la vendita online non poteva naturalmente mancare il pecorino stagionato, la Mozzarella fior di latte, Bocconcini di mozzarella, la Burrata, Zizzona con latte di bufala, Figliata, la stracciatella, Provola, Provola affumicata, la scamorza, il caciocavallo (anche nella versione affumicata) la ricotta di pecora … e un infinità di delizie tipiche protagoniste della tavola calabrese grazie alla loro lavorazione dop, un marchio che identifica una lavorazione artigianale unica e riconoscibile, in grado di rivaleggiare qualsiasi realtà industriale. La mozzarella resta fresca e godibile anche attraverso la vendita prodotti tipici on line, grazie alla celerità e alla rete capillare di distribuzione attraverso cui Delizie della Natura opera sul territorio.

In una terra vocata alla pastorizia, rivestono un ruolo importanti i formaggi e i latticini. Uno dei più rinomati è il caciocavallo silano DOP, realizzato con latte vaccino. In Calabria, il caciocavallo è quasi una “istituzione” e diventa ingrediente di tantissime ricette, dai condimenti per la pasta alla parmigiana di melanzane. Uno dei formaggi calabresi più buoni, anche se forse meno famoso, è il pecorino del Pollino, mentre una specialità della Sila è il butirro, una sorta di caciocavallo che però racchiude un cremoso ripieno di burro: è un formaggio molto antico, la cui tradizione nasce dalla necessità di conservare il burro quando ancora non esistevano possibilità di refrigerazione.

#BGSOSTENIBILMENTE

BGSOSTENIBILMENTE al via la nuova campagna…

Tecnologia, Eccellenze Agroalimentari, Food & Made in Italy, Sicurezza e qualità, territorio : Bg promuove l’innovazione e la sostenibilità con un percorso comunicativo sulle proprie piattaforme social.

Per un rilancio comunicativo concreto che vuole testimoniare l’effettivo impatto della recente pandemia che ha gravato sul settore agroalimentare, si terrà sulle nostre piattaforme social/WWWblogarea con partenza in questo Maggio 2021 il #BGSOSTENIBILMENTE”, un momento di confronto fra aziende e istituzioni nostri clienti sul territorio e non, tipicità e territorialità … sui temi dello sviluppo, della sostenibilità e dell’innovazione, per analizzare quali sono le priorità per rilanciare un settore che vale 538 miliardi di euro, dai campi alla distribuzione agli scaffali .

Il primo post che aprirà la campagna di sensibilizzazione, con un calendario che nei mesi a venire prevede pubblicazioni bi mensile, apre con la partecipazione del coordinatore dell’Azienda Trevisi in località Novi di Modena , con il quale sono state approfondite le misure studiate per supportare il settore agroalimentare nel contesto della sostenibilità, innovazione ed automazione agroalimentare.

Vi invitiamo a non perdere il post in pubblicazione il 15 Maggio p.v!

Disponibile sui nostri social … 

#BGSOSTENIBILMENTE

Promozione del protagonismo aziendale e sociale per la sostenibilità ambientale

Il futuro è di chi agisce …

LA NUOVE PROPOSTA BG SOCIAL 20_21

Tecnologia a confronto

Come possono aiutarti i sistemi di telecamere e monitor …

A causa delle dimensioni delle cisterne, gli angoli ciechi sono tra le principali cause di incidenti in tutti i settori di utilizzo. La visibilità viene ulteriormente ridotta dalla posizione di guida, dai pannelli della carrozzeria, dalle paratie e dall’assenza di finestrini posteriori, e questo aumenta ancora di più il rischio di incidenti.  Se l’impatto economico dei danni ai veicoli o ai beni di terzi e il periodo di inattività legato a tali danni possono risultare onerosi, quando si verificano lesioni personali, il costo emotivo e finanziario per l’azienda può essere ancora maggiore. La soluzione c’è … telecamere e monitor permettono a guidatori e operatori di guidare e compiere manovre in tutta sicurezza. Le telecamere a circuito chiuso montate sul veicolo possono aiutare il conducente a “vedere” gli angoli ciechi e lo assistono nelle manovre di retromarcia inviando in tempo reale al monitor le immagini registrate, incluse persone od ostacoli.

Di quali prodotti ho bisogno?

consigli utili...

La gamma complementare di dispositivi di sicurezza che BG consiglia di applicare su autocisterne aiuta a prevenire le collisioni in quanto assiste il guidatore del mezzo proteggendo al tempo stesso operatori, pedoni e ciclisti. Per assisterti nella scelta della soluzione più adatta per te, le seguenti guide illustrano i prodotti per la sicurezza consigliati per questo veicolo. La guida relativa a ogni veicolo è articolata in vari livelli: il livello 1 sono le dotazioni di sicurezza minime raccomandate e i livelli 3 e 4 le dotazioni di sicurezza massime.

Agroalimentare Italiano

La situazione olivicola Italiana, un settore dell’agroalimentare che sta reagendo agli eventi…

Un immenso oliveto, esteso per oltre un milione di ettari dalla Sicilia alle Prealpi ...

Costituisce da secoli uno dei caratteri distintivi del paesaggio agrario italiano: nessun altro Paese del Mediterraneo può vantare tante varietà, tanti diversi ambienti e adattamenti locali. Il merito di questa straordinaria diffusione va all’instancabile opera di generazioni di contadini che hanno saputo acclimatare l’olivo in quasi tutto il territorio nazionale. Legata all’olivo e all’olio, si è sviluppata un’economia fatta di complessi rapporti tra olivicoltori, frantoiani e mercanti, capace di “segnare” il territorio, di determinare usanze e comportamenti, di costruire attraverso i secoli una civiltà dell’olivo giunta quasi inalterata fino ai giorni nostri.

Dopo l’annus horribilis 2019 tutti i produttori del nord Italia si aspettavano, per il 2020, l’annus mirabilis, anche se, per scaramanzia, evitavano di dirlo.Le aspettative, dopo la catastrofe della precedente annata olivicola erano alte e l’andamento climatico e agronomico primaverile facevano sicuramente presagire cose eccellenti. Olio Nord Italia 2021. Certo quanto stava accadendo attorno non aiutava la positività (mai parola fu più evitata e, in parte lo è ancora) e favoriva, invece, riflessioni su quanto l’uomo poteva avere influito sulla diffusione della pandemia che, agli inizi del 2020, aveva iniziato a progredire, inizialmente strisciando e poi, via via, più marcatamente costringendo intere regioni e, poi, una nazione intera, a chiudersi.

Il legame tra pandemia e salute dell’ambiente

Quanto l’emergenza climatica e l’inquinamento potevano aver influito sulla diffusione di un virus che, almeno inizialmente, pareva colpire solo le inquinate regioni del Nord Italia? Tutto questo pareva, paradossalmente, aver anche portato con sé qualcosa di straordinario di cui, negli ultimi anni, avevamo perso traccia: una primavera luminosa e climaticamente stabile con piogge al momento giusto e nella giusta quantità, che ha permesso il graduale risveglio, dopo il riposo invernale, delle piante di olivo dalla Liguria al Friuli, dal Trentino all’Emilia Romagna, dalla Lombardia al Veneto. Una temperatura in progressivo aumento che ha consentito un’eccellente fioritura e un altrettanto positiva allegagione, fino a giungere quasi ovunque, all’inizio dell’estate, ad un ottimale sviluppo delle piccole olive.

Un’annata climaticamente buona

Successivamente, nella parte centrale dell’estate, le piogge sono mancate, un po’ in tutto il Nord e la grandine non si è fatta aspettare, colpendo, per fortuna, solo poche e limitate aree. La carenza idrica quasi ovunque ha parzialmente asciugato la polpa delle drupe e questo ha favorito spesso l’anticipazione della frangitura, complici anche le prime piogge autunnali che facevano presagire problemi in fase di raccolta. Un’annata, in ogni caso, all’insegna dell’abbondanza di olive. Ma, anche, un’annata che sarà ricordata per le rese basse, in alcuni casi bassissime. Difficilmente in frantoio si è superato il 12% di resa in olio e quasi ovunque la media è stata attorno al 10-11%. Un’annata che sarà ricordata, al tempo stesso, per l’eleganza, l’esilità e la florealità degli oli: il fruttato leggero è stato il denominatore comune quasi dappertutto, anche dove la raccolta è stata anticipata di molto a causa della precoce maturazione delle olive.

Per garantire la qualità bisogna risolverne uno dei problemi fondamentali… Come viene trasportato l’olio di oliva?

È proprio durante il trasporto verso l’utente finale che l’alimento rischia di più: ormai in bottiglia, spesso di vetro e quindi fragile, l’olio viene imballato per resistere a viaggi che possono durare dalle poche ore a settimane o mesi, a seconda della distanza percorsa e del mezzo di trasporto. Nel migliore dei casi è imbottigliato in recipienti scuri, che lo proteggono dalla luce, e viene trasportato d’inverno, quando non vi sarà il pericolo delle alte temperature e del sole a picco, ma purtroppo non sempre è così. Spesso il trasporto dell’olio avviene via camion: il problema di questo mezzo è l’imprevedibilità del livello di calore durante il viaggio, dato che può accadere che il camion rimanga in coda sotto il sole a temperature davvero molto elevate, e l’olio ne risenta. Ancora peggio è la situazione quando il trasporto avviene via nave, perché l’olio viene caricato in container posti sul ponte dell’imbarcazione, sotto il sole e in balia delle intemperie di mari e oceani, a volte per settimane o addirittura mesi.

Una soluzione definitiva al problema del trasporto…

BG fa del trasporto dell’olio d’oliva uno dei propri punti forti. Questa risorsa fondamentale e centrale nella dieta mediterannea viene mossa dapprima via terra, e successivamente, prima azienda italiana a farlo, puntando sullo sviluppo del trasporto marittimo, dove diventerà in breve tempo il punto di riferimento per tutto il settore della logistica alimentare.

BG CONCEPT

BG_Progetti e idee per un futuro più sostenibile.

  • La sostenibilità è diventata un fattore chiave di successo trasversale per tutti i settori e l’intenzione di BG è quella di contribuire a sviluppare un sistema economico basato su una progressiva decarbonizzazione. BG condivide gli obiettivi del Green Deal Europeo per una “Giusta Transizione” che non lasci indietro nessuno e che non guardi solo al cambiamento climatico ma all’inclusione dei lavoratori e al supporto delle comunità, garantendo la protezione sociale e il rispetto dei diritti umani. In quest’ottica, BG ha rafforzato il proprio modello di business, già basato su valori come crescita sostenibile, trasparenza, diversità e protezione dell’ambiente e dei territori, integrando ancora di più la sostenibilità nella propria strategia industriale con un approccio sempre più olistico.
  • Promuovere una gestione responsabile della catena di fornitura è per BG sinonimo in primo luogo di sostenibilità, funzionalità e tracciabilità degli approvvigionamenti.
    L’Azienda impronta i propri processi di acquisto su rapporti precontrattuali e contrattuali orientati al pieno rispetto della legalità e della trasparenza, monitorando – fin dalle procedure di qualifica dei fornitori – il rispetto delle normative vigenti e le direttive aziendali per quanto riguarda aspetti quali la qualità, la tutela dei lavoratori e gli standard ambientali.